1. Premessa: la Carta: ciò che è, le sue funzioni, il suo impiego
1.1 Si tratta di un documento scritto ed è un punto di riferimento. Esso attesta l'esistenza di una riflessione sui nostri riferimenti comuni, axiologici, epistemologici e metodologici. essa fornisce orientamenti etici per le pratiche della Associazione.
1. 2 La Carta: le sue funzioni
Le funzioni principali sono tre: identitaria, costitutiva, referenziale. Quale dichiarazione di principi utili per guidare la pratica delle storie di vita, la Carta riunisce formatori, ricercatori e le parti interessate in una comunità stabilita.
Di là di questa identità interna all'Associazione, la Carta presenta la specificità dell’ASIHVIF e garantisce la sua credibilità nel vasto campo di approccio pratico biografico.
1. 3 La Carta: i suoi utilizzi
La Carta non è uno strumento pratico di standardizzazione per i membri dell'Associazione. Essa non ha nemmeno per oggetto di essere il riferimento etico dei narratori. In modo positivo la Carta costituisce un punto di riferimento comune per favorire la discussione tra i membri dell’ASIHVIF. Come tale, al momento dell'adesione all’ASIHVIF viene richiesto a ciascun candidato di sottoscrivere le proposte della Carta e contribuire alla sua evoluzione. La Carta è oggetto di un dibattito periodico.
2. Lo scopo dell'Associazione
2.1. L'oggetto della ASIHVIF è quello di sviluppare la pratica delle storie di vita attraverso i racconti di vita, negli ambiti della formazione, della ricerca e dell’intervento. Si tratta di un approccio che pone al centro il soggetto narratore, poiché egli definisce la sua domanda di ricerca e sviluppa un progetto di comprensione di sé, attraverso sé e attraverso la mediazione degli altri.
2.2. La finalità che orienta attraversa e sostiene le pratiche delle storie di vita è l'emancipazione personale e sociale del soggetto. Con "emancipazione" si intende l’azione che mira a sostituire un rapporto di uguaglianza ad uno di assoggettamento. Come pratica di formazione, la storia della vita consente al soggetto di cogliere questioni esistenziali all'interno della comunità. Come intervento pratico, la storia della vita consente al soggetto, a partire da un’esplicitazione del suo percorso di vita, di disporre dei mezzi necessari per una presa di coscienza riflessiva e critica, per essere collocato come attore sociale in un un'azione più lucida e pertinente.
2.3. Questo approccio autobiografico ha dunque tre funzioni; quella di ricerca (produzione di conoscenza), quella di formazione e quella di intervento (messa in forma di sé per sé e per una prospettiva d’azione sociale).
2.4. Gli effetti dell’esperienza di pratica di una storia di vita sono numerosi ed essenzialmente legati alla singolarità delle persone che vi si impegnano. Possono essere di ordine epistemico (acquisire conoscenze sul suo passato, il suo futuro e le sue attuali risorse e vincoli), identitario (a seconda della varietà di dinamica possibile) o puramente terapeutici.
2.5. Una conseguenza importante rispetto al modo in cui l'Associazione definisce la sua finalità è quella di sfidare il divario tra teoria e pratica. Questo riguarda la distribuzione gerarchica del ricercatore, operatore e narratore (inteso come individuo o gruppo). L'Associazione si propone di avviare un rapporto dialettico nel quale le teorie mettono in discussione la pratica e viceversa. Ci si attende un effetto di rinnovamento sia nel campo delle pratiche di ricerca, formazione e intervento sia nel campo della teoria, formazione continua e formazione degli adulti, in particolare.
3. La relazione formatore, ricercatore ed operatore con il narratore (individuale o collettivo)
3.1 Un comune umanità. La produzione narrativa in gruppo richiede un clima di fiducia reciproca che sostiene il riconoscimento della singolarità del soggetto e apertura all'alterità vissuta come comune umanità.
3.2 Partnership. La costruzione di una ricerca-formazione-azione della storia di vita si basa, da un lato, sulla spiegazione dell'offerta da parte del formatore, ricercatore o operatore e, dall’altro lato, sull'espressione da parte dei potenziali narratori delle loro intenzioni ed aspettative. I narratori sono quindi partner dall’avvio del processo. Questo partenariato poggia sul riconoscimento dell'autonomia del narratore nella costruzione della sua testimonianza e sul dovere di riserbo che accompagna il processo narrativo in ogni fase (produzione, socializzazione, analisi e interpretazione). Così il narratore rimane il soggetto-autore sia della sua storia sia del significato che viene proposto. Il terzo-accompagnatore (formatore, ricercatore od operatore) è coinvolto in una co-produzione di senso quando egli attraversa la storia con la sua domanda di ricerca e comunica risonanze suscitate in lui dalla storia.
3.3 La contrattualizzazione. Il coinvolgimento concreto di partner in questo processo si traduce in una contrattualizzazione esplicita. Ciò comprende informazioni sulle modalità di svolgimento e sulle clausole che proteggono la riservatezza e il diritto d’autore dei narratori.
3.4 Una pratica in contesto. L'approccio biografico può essere praticato in diversi contesti istituzionali, le cui caratteristiche devono essere prese in considerazione, in primo luogo, nella valutazione dell'opportunità di attuare l'approccio biografico e, in secondo luogo, nella costruzione del progetto concreto.
4. I requisiti della funzione di formatore, ricercatore o operatore per le storie di vita
4.1. Compete al formatore, al ricercatore o all’operatore delle storia di vita costruire in riferimento alla propria prassi un’analisi critica e di valutazione. Ciò viene realizzato, in primo luogo, nell'interazione con i narratori sull'approccio autobiografica che egli accompagna e, in secondo luogo, condividendo la sua esperienza durante le sessioni di analisi delle prassi tra pari all'interno dell'Associazione. Questi scambi sono di natura il più possibile cordiale e libera da relazioni gerarchiche.
4.2. L'associazione chiede che il futuro formatore stesso sperimenti un approccio autobiografico.
4.3. L'Associazione non privilegia alcun particolare riferimento teorico. Si apprezza l’uso di teorie e metodi plurali ed incoraggia il dibattito su questi temi, per esempio quando i membri presentano le loro produzioni scritte.
5. Aperture
L'Associazione si propone di attuare una serie di progetti.
A titolo d’esempio, si possono citare:
• la dimensione "estetica" della formazione-ricerca-intervento nelle storie la vita;
• l’introduzione della prospettiva antropo-formativa nelle storia di vita;
• dimensione interculturale delle storie di vita.